Uno stile di lavoro precario è pericoloso ai fini della sicurezza!
Volendo scoprire altri nemici della sicurezza, questo lo ritengo uno dei più tosti da gestire. Per contrastarlo non è necessaria una sola buona azione educativa … ma è necessario educare la mente dei lavoratori. Forse, meglio dire ri-educare … visto che di fatto il lavoratore possiede le sue precise regole che gli consentono, senza doverci riflettere poi tanto, di eseguire i compiti con una certa prontezza, facilità e finanche con una buona produttività.
In verità il male non sta tanto nell’evitare di riflettere in ogni circostanza. Si nasconde piuttosto nell’aver riflettuto male le prime volte, quelle decisive. Il che ha portato le maestranze ad optare in favore di scelte errate e di aver, quindi, assorbito un determinato stile di lavoro. Uno stile, un’abitudine di lavoro, che a sua volta, ripetuto con una certa frequenza, ha di fatto creato un automatismo pericoloso per se stesso e per altre persone.
Cattiva programmazione mentale
In pochi termini, il lavoratore preso dalle “abitudini di lavoro di comodo” o è stato programmato male o si è mal auto-programmato. Ma ad un lavoratore, spesso, tutto ciò poco importa, se non affatto. A lui viene semplice (e spontaneo) partire in funzione del suo stile acquisito. Uno stile che, tra l’altro, potrebbe dargli ragione: la produttività raggiunta, unitamente al sollievo di fare le cose a modo suo senza crear casini per sole circostanze fortunose … rinforzano le sue idee. E queste idee rafforzate, se efficienti secondo i suoi canoni e valori lavorativi, continueranno fino a quando … non si sa quando!
Talvolta, direi spesso, il dipendente o il collaboratore non si rende conto nemmeno di quanto male e rischioso abbia prestato la sua attività assegnata. E quando accadono spiacevolezze, le cui radici sono insite nello stile sbagliato, lui avrà modo di giustificarsi. E lo farà dicendo: “Ho fatto sempre così!”. Questa è una delle classiche affermazioni espresse dai lavoratori quando tendono a giustificare azioni incaute, rischiose, potenzialmente produttrici di incidenti sul lavoro. In altri casi, le stesse giustificazioni, vengono comunque esposte in situazioni che hanno determinato ad infortuni sul lavoro.
Sostituire, non cancellare!
Indipendentemente da ogni considerazione che si possa fare al riguardo, personalmente punto il dito sullo stile lavorativo. Bisogna certamente intervenire evitando però di pensare di cancellare le suddette strane abitudini, ma di inserirne altre di maggior beneficio. I programmi attuali presenti nella mente del lavoratore debbono essere pertanto sostituiti. Al loro posto, è nostro compito installarne altri. Ed è qui, carissimi, che inizia la lotta fra voi e la mente del lavoratore. Vi preannuncio che è una lotta abbastanza ardua, la cui durata è imprevedibile. Certo è che bisogna lavorare sulle radici, non basta potare soltanto qualche rametto!
Qualcosa in più?
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Grazie e buona vita … Francesco Tortora
Le abitudini di comodo, sono fin troppo comode?